Vai al contenuto

Pagina:Spanò Bolani - Storia di Reggio Calabria, Vol. II, Fibreno, 1857.djvu/68

Da Wikisource.
   58 libro ottavo

fale ingresso. A capo di cinque giorni un decreto del suo genitore lo creava Re delle Due Sicilie. La spedizione del principe non fu che una festa; e la gioja de’ Napolitani passò ogni misura, quando seppero che Carlo diveniva loro Re, e che questo Stato, rifattosi indipendente da Spagna, ritornerebbe nazione. Il Conte di Montemar, saputo che in quel di Bari eransi rattestati un sette migliaja di Austriaci, uscì loro contro celeremente, ed il dì ventisette maggio li caricò presso Bitonto. Gl’Italiani, che erano al soldo dell’Austria, cedettero al primo urto, e si sbandarono, e gli Austriaci, rimasti soli e deboli, non poterono più tenere il fermo. Gli abitanti di quei contorni si abbracciarono subito agli Spagnuoli; ed il Montemar, tornato vittorioso, conseguì il titolo di duca di Bitonto, ed il comando della piazza di Napoli.

Il presidio austriaco di Gaeta si arrese a re Carlo il dì sette agosto, e dentro lo stesso mese il Montemar condusse l’armata Spagnuola, e l’esercito al conquisto della Sicilia. L’armata salpò da’ porti di Napoli e di Baja al vigesimoterzo giorno; poi si divise in due squadre. Coll’una il Montemar si dirizzò per Palermo, coll’altra il conte di Marsillac per Messina. Una frazione della squadra piegò verso Reggio. Ma la guarnigione austriaca di questa città, antivedendo il pericolo, e trovando esser la piazza poco atta alla resistenza, si era già ritirata nella cittadella di Messina. In questa occasione fu ammirabile la preveggenza ed attività del reggino Giacomo Gullì capitano d’artiglieria, che comandava le batterie di Reggio, e di tutta la costa di Calabria sino a Tropea. Costui, fatte smontare tali batterie, curò che sollecitamente fossero trasportati nella cittadella di Messina tutti gli attrezzi, munizioni, e cannoni che trovavansi collocati ne’ detti luoghi della riviera calabrese. Ed e’ medesimo si ritirò cogli Austriaci di là dal Faro, e continuò capitano dell’artiglieria di campagna sotto il comando del tenente colonnello Ferdinando de Faier-Staien. Gli Spagnuoli occuparono Reggio a dì quindici di giugno, e le chiavi della città furon consegnate al conte Vincenzo Mazzeda, il quale condottosi alla Cattedrale a sentire il Te Deum, sedette al posto de’ sindaci, ed in mezzo a loro.

Comandava le armi austriache in Messina il principe di Lobkovitz, il quale alla vista delle navi spagnuole, abbandonò due castelli per rafforzar la difesa della cittadella, e del forte Gonzaga, dove raccolse e concentrò tutte le sue forze. Messina, come si vide libera del presidio austriaco, si diede volenterosa alla Spagna. Il Montemar, sbarcato presso Palermo il secondo giorno di settembre, entrava la capitale dell’isola, e n’era investito Vicerè. Alla squadra spagnuola