Pagina:Specchio di vera penitenza.djvu/40

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12 distinzione prima. — cap. i.

a intendere quando disse nello Evangelio: Cum immundus spiritus exierit ab homine etc., et adducit alios septem spiritus nequiores se etc., et fiunt novissima hominis illius peiora prioribus. Disse che lo spirito maligno che prima era partito dall'uomo per la penitenzia, quando ritorna per lo effetto del peccato nel quale l'uomo ricade, ne mena sette piggiori di sè; e la condizione dell’uomo ricaduto è peggiore che prima. Similemente disse a quello uomo infermo ch'egli avea sanato: Vade, et amplius noli peccare, ne deterius tibi aliquid contingat: Va, e non volere peccare più, acciò che peggio non ti intervenga. Dove nota che disse noli, non volere, e non disse non pecces, non peccare; a dare ad intendere quello ch’è detto di sopra, che a avere penitenzia basta il proponimento di non volere peccare, avvegna che poi si pure pecchi. E come il ricadere nel peccato sia grave e quanti mali faccia all’anima ingrata, più innanzi ordinatamente si dirà.


CAPITOLO SECONDO.


Del nome della penitenzia


Dicesi questo nome penitenzia a poenitendo, cioè da pentere; però che l’uomo per la penitenzia si pente del male che ha fatto. O vero si dice penitenzia quasi poenoe tentio, cioè tenimento di pena, per la quale si puniscono i mali che altri ha fatto. Onde pentere, quasi pena tenere, o vero penitenzia, quasi punienzia. Onde santo Agostino dice: Poenitentia est quoedam dolentis vindicta, puniens in se quod dolet commisisse: La penitenzia è una vendetta per la quale l’uomo punisce in sè quello che si duole d’avere commesso.