Pagina:Specchio di vera penitenza.djvu/90

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62 distinzione terza. - cap. iv.

fanciulla indemoniata, cominciò la fanciulla a gridare: Ecco l’amico mio ne viene. E intrando egli nel luogo dov’ella era, dicea: Tu sia il ben venuto: fateli luogo, lasciáteglimi1 appressare, ch’egli è l’amico mio. Udendo il cavaliere quelle parole, avvegna che non gli piacessono molto, sorridendo, disse: Demonio stolto, perché tormenti tu questa fanciulla innocente? ma vieni meco al torniamento. Rispose il diavolo: Sì verrò volentieri, se tu mi lasci entrare nel corpo tuo di qualche parte, o per la sella o per lo freno o per altro luogo. Il cavaliere, avendo compassione di quella fanciulla, disse: Se vuogli uscire costinci, concederòtti un gherone, ovvero un guazzerone del mio vestimento, con questa condizione e patto, che tu non mi debba fare male nessuno. Promissegli il diavolo di non offenderlo; e uscendo della fanciulla, entrò nel guazzerone del vestimento del cavaliere, dove mostrava la presenza sua per nuovo movimento di sola quella parte, e per boce che indi uscia. Da quella ora innanzi il cavaliere sempre ebbe vittoria in torniamenti, in giostre e in battaglie, mettendo in terra chiunque toccava, avendo indosso il vestimento indemoniato; e quando non se l’avesse messo, se ne rammaricava, e strascinavalo per casa, e parea che per ira tutto lo stracciasse co’ denti. Alcuna volta che il cavaliere stesse in orazione nella chiesa, egli diceva: Troppo hai mormorato; andiânne. Quando avesse tolta dell’acqua benedetta, dicea: Guarda, che non mi tocchi.2 Alla fine venne il cavaliere a certo luogo dove si predicava la Croce; dove ristando e udendo la predica, disse il diavolo: che fa’ tu qui? andiâncene. Rispose il cavaliere: Io ti voglio lasciare, e servire a Dio. Disse il demonio: Doh perché mi vuo’ tu lasciare? che ti fec’ io mai di dispiacere? Mai io non t’offesi, non ti disdissi mai cosa che tu volessi; anzi t’ho fatto vittorioso e ricco, e nominato di grande valore. Rispose il cavaliere: Io voglio

  1. Più alla moderna la stampa più antica: lassatemegli.
  2. Ediz. 95 e 85: Vedi, guarda che non mi toccassi.