Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
— 96 — |
su’ suoi passi, tormentato da mille dubbi, da mille angoscie.
Così, mentre i contadini l’accusavano d’avere cacciato Marco per starsene più libero con la sua amante, egli avrebbe potuto spalancare usci e finestre e mettere tutta la propria esistenza, sotto agli occhi indagatori del pubblico.
Non era uomo da crogiolarsi nelle comode transazioni dei costumi e della religione. Ardente, entusiasta, forte e semplice, non poteva trarsi d’impiccio con le solite scappatoie dei frolli, degli ipocriti. Per lui erano le grandi e fatali uscite: le follìe, mai le viltà. Non faceva teoriche; sentiva così, forse senza ben rendersene conto. Natura energica, esaltata dal misticismo della prima educazione.
Insieme a ciò gentiluomo fino allo scrupolo, gentiluomo nell’intimo senso della parola; e recalcitrante a tutte le sottigliezze dello spirito gesuitico fin dalla prima età. I suoi superiori che lo conoscevano, avevano di lui una grande stima; ma in generale opinavano che non avrebbe mai fatto carriera, e che fosse meglio tenerlo in campagna.