Pagina:Sperani - Tre donne, Milano, Galli, 1891.djvu/106

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su’ suoi passi, tormentato da mille dubbi, da mille angoscie.

Così, mentre i contadini l’accusavano d’avere cacciato Marco per starsene più libero con la sua amante, egli avrebbe potuto spalancare usci e finestre e mettere tutta la propria esistenza, sotto agli occhi indagatori del pubblico.

Non era uomo da crogiolarsi nelle comode transazioni dei costumi e della religione. Ardente, entusiasta, forte e semplice, non poteva trarsi d’impiccio con le solite scappatoie dei frolli, degli ipocriti. Per lui erano le grandi e fatali uscite: le follìe, mai le viltà. Non faceva teoriche; sentiva così, forse senza ben rendersene conto. Natura energica, esaltata dal misticismo della prima educazione.

Insieme a ciò gentiluomo fino allo scrupolo, gentiluomo nell’intimo senso della parola; e recalcitrante a tutte le sottigliezze dello spirito gesuitico fin dalla prima età. I suoi superiori che lo conoscevano, avevano di lui una grande stima; ma in generale opinavano che non avrebbe mai fatto carriera, e che fosse meglio tenerlo in campagna.