Pagina:Sperani - Tre donne, Milano, Galli, 1891.djvu/139

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dal sole, ritornava bianca; e i lineamenti regolari, ma un po’ guastati dall’impronta di volgarità che la troppa salute dà qualche volta alle giovani campagnuole, si affinavano, acquistavano, nel languore della malattia, una espressione nuova, penetrante. Nè ancora il dimagrimento nuoceva alla perfetta armonia delle forme scultorie che apparivano più eleganti sotto al vestito liscio e aderente.

Sandro, tutto assorto nella sua cieca passione per la cognata, non s’accorgeva neppure, come non s’era mai accorto, di avere al fianco una così bella donna. Egli avrebbe voluto vederla forte e attiva come un tempo, ora che ne avrebbe avuto più bisogno che mai. E s’irritava col medico, che, secondo lui, menava la cura troppo per le lunghe. E diveniva aspro, inquieto. Per ciò le sere in cui, finito il lavoro, invece di vederlo entrare in casa a cenare, essa lo vedeva avviarsi verso Val Mis’cia, per lavorare al chiaro di luna nei campi del fratello, non provava alcun rincrescimento, bensì piuttosto un vago senso di sollievo.