Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
— 143 — |
assordante col suo vecchio telaio a mano, vide il medico e smettendo un momento il lavoro, gli gridò dal finestrino:
— La cavallante è laggiù a filare, vicino ai gelsi.
Ei la scorse subito. Sedeva su una carriuola arrovesciata e filava all’ombra di un gelso.
Senza addarsene egli affrettò il passo. Ella si levò e gli mosse incontro.
— Oh! Maria! Come va eh?
— Bene, signor dottore.
— Bene?... Non mi par tanto! Sei pallida; hai le occhiaie violacee.
Andiamo in casa che ti medicherò: ho appena il tempo.
— Oh! no...
— Perchè, no?
E corrugò la fronte, vicino ad adirarsi.
— Non vada in collera!...
— Andiamo, dunque.
— No... non c’è più bisogno.
— Che ne sai tu?
— So... È inutile.
Egli divenne pallido a sua volta.
— Non ti fidi più di me?