Pagina:Sperani - Tre donne, Milano, Galli, 1891.djvu/209

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— La più disgraziata sei tu, non capisci?... Tu che resti qui sola, in questa miseria, dopo tutto quello che ti è toccato!...

Ella non era disposta a intenerirsi sopra se stessa. Alzò le spalle. Che le importava mai di sè?... Ma sua sorella... oh! era tutt’altra cosa!...

E raccontava che appunto la settimana passata, avendo assistito alla partenza di sette poveri uomini, che lasciavano il paese per recarsi a Milano e di là a Genova, e da Genova lontano lontano, tanto che loro non potevano neppure farsi un’idea di quella lontananza, si era sentita così sgomenta che aveva pianto, per degli estranei. Ed ora le toccava di sentire che sua sorella pure, e quel povero don Giorgio... andavano laggiù... oh!... una cosa da morire... E si rimetteva a singhiozzare.

Ma il medico non voleva che si disperasse così. Doveva consolarsi invece. A Milano stavano poco bene. Il Castellani non poteva adattarsi a fare l’impiegato; Cristina era come un pesce fuori dell’acqua. In America avrebbero vissuto in campagna. Il Castellani non aveva preso