Pagina:Sperani - Tre donne, Milano, Galli, 1891.djvu/208

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— Ma?...

— Senti, ascoltami con tutta la calma. Scendevo alla stazione di Pavia e siccome sapevo che nel treno avviato per Genova erano circa dugento emigranti — che non avevo potuto vedere alla stazione di Milano — mi fermai un momento per salutare quelli che conoscevo. A un tratto vedo un uomo, una specie d’operaio, robusto e giovane, che si sporge da un finestrino, agitando le braccia verso di me, e sento una voce sonora che mi chiama... Guardo meglio, mi accosto... Figurati! Riconosco il Castellani... e dietro le sue spalle la bella testa di tua sorella...

— Oh! — gridò Maria scoppiando in un pianto dirotto. — Vanno in America!... Povera sorella mia!... In America!... Non la vedrò mai più!...

Il dottore che aveva preveduto questo scoppio, lo lasciò passare. Poi a poco a poco, cercò di consolare la povera Maria. Non doveva disperarsi così. La Cristina aveva buonissimo aspetto... Erano tutti e due assai ben vestiti, e poi felici, innamorati — avevano l’amore negli occhi, facevano invidia...