Pagina:Sperani - Tre donne, Milano, Galli, 1891.djvu/220

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nitente — per qualche femminuccia abituata a trastullarsi con le debolezze dei maschi: destinato a far morire di crepacuore la donna amante che gli avesse fatto realmente un grande sacrificio. Natura di belva e di gaudente raffinato.

Rise, sbadigliò, e si stirò tutto.

Niente da cambiare, del resto!

Eredità. Effetti dolorosi di vecchie cause, non sempre facili a rintracciare.

Una volta dicevano: fatalità.

Mutano i nomi...

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Arrivato a Gel, il dottore scese davanti alla farmacia dov’erano riuniti ad attenderlo i suoi pochi amici. E la viva luce, l’aria calda e le chiacchiere clamorose fugarono ben presto i fantasmi della notte — le chiaroveggenze dell’anima.

Soltanto nel coricarsi, tra la veglia e il sonno, per un ritorno quasi meccanico della memoria, egli ripensò:

— Beati i cuori semplici! Se v’ha felicità al mondo, non è che per loro.