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busto della lavoratrice si levava per sostenere nel modo più energico la santità dell’ideale amante.
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Le otto sonavano all’orologio del vecchio campanile, e ancora don Giorgio confessava gli uomini.
Tre ore!
E ce ne voleva prima che la fosse finita!
Don Giorgio contava meccanicamente quelli che aspettavano. Ogni volta che ne aveva assolto uno, e un altro andava ad inginocchiarsi ai suoi piedi per narrargli, nel solito modo grossolano, i vecchi peccati triviali, le vecchie miserie, don Giorgio sentiva che le sue forze diminuivano e l’uggia cresceva. Le distrazioni lo assalivano accanitamente. Alzava gli occhi, spingeva lo sguardo fuori della sagrestia, nella chiesa, tra le donne inginocchiate, cercando la Cristina; ripensando tristamente alle cose ch’ella gli aveva dette in confessione la sera innanzi.