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era certo nè il primo nè l’ultimo della sua classe cui sembrasse giusto e naturale di pensare così.

Gli affanni del buon tutore, però, si calmarono quando seppe che Emilia s’era fatta accompagnar da Gianni. Un sorriso impercettibile increspò le sue labbra, e si dispose a partire senza trascurar troppo i suoi agi; più per salvar le apparenze che per vero timore.

Il signor Arturo, meno rapido nelle sue deduzioni, era triste e pensoso.

— Non vorrei che facesse qualche pazzia! andava brontolando, grattandosi il cuccuzzolo.

— Mai più! rispondeva l’amico. Emilia ha troppo spirito..

Man mano che la carrozza andava avanti il vecchio si sentiva sempre più sicuro e baldanzoso. Di tratto in tratto si dava una fregatina di mani, poi ripigliava la pipa e con qualche tirata vigorosa faceva salire in aria de’ nuvoli di fumo. E quando tutta questa attività smisurata non bastava alla sua eccitazione, si voltava verso il suo taciturno compagno per manifestargli il suo pensiero con un’osservazioncella sul genere di questa:

— Vedrete che si piegherà in tutto alla nostra volontà.