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Disse che aveva bisogno di riposo e che voleva dormire; che la presenza di altre persone le dava disturbo.

Quando furono usciti pianse. Le lagrime che si erano quasi impietrite quindici giorni prima, trovarono la via di sfogarsi, ora che il suo corpo era indebolito e i suoi nervi prostrati dalla malattia.

Quando si senti un po’ sollevata chiamò la cameriera.

— Dimmi la verità, disse, l’ha già sposata?...

— Non ancora, rispose la ragazza esitando.

— Non ancora! ripetè l’ammalata con amarezza: dunque la sposerà!

La cameriera abbassò il capo e non osò rispondere.

Emilia restò alcuni momenti sopra pensiero, poi le ordinò di andare a chiamare il tutore.

— Zio, disse, appena il vecchio si presentò sull’uscio, provvedi a tutte le formalità: appena m’alzo voglio sposare il signor Arturo.

Il signor Luigi si sentì consolar tutto quanto: avrebbe voluto abbracciarla e mostrarle la sua contentezza; ma quel visino pallido e serio lo tenne in rispetto. Era troppo fine da mancar di tatto.

S’avvicinò al letto, prese la mano pallida della