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Codesta suocera era un curioso tipo di donna. Bellissima in gioventú, ora non era piú bella e mancava di quella elevatezza d’animo che mette alcune donne, rarissime, al di sopra di questa perdita irreparabile: però era invidiosa e maligna. Nonostante questo peccato era buona madre, adorava i suoi figliuoli, e piú particolarmente Luigi ch’era il suo ultimo; ma per una logica particolare di certe anime, odiava tanto piú cordialmente la nuora.

Le bastarono pochi giorni per comprendere la posizione psicologica dei due sposi. Quel nuovo riaccendersi dell’amore del suo figliuolo per quella donna aumentò il suo cattiv’umore naturale.

Cercava ogni occasione di pungerla: ogni mezzo le sarebbe parso buono per far crollare l’amore nel cuore di Luigi.

Se uscivano assieme le rimproverava indirettamente l’eleganza de’ suoi vestiti. Aveva paura di farla scomparire con le sue vesti semplici: ma lei il denaro non lo sciupava in frascherie, lo serbava per i suoi figli: certi lussi una madre non avrebbe mai dovuto permetterseli: lei non se li era permessi mai, manco da giovane.

Una volta a Bianca scappò la pazienza, e disse che lei pure ne avrebbe fatto a meno, clre quei vestiti erano regali spontanei di suo marito.