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Allora, passata la paura, anche il marito di Bianca pensò d’andare in traccia della sua moglie, o almeno di vendicarsi se altro non era possibile.

Sapeva certo che lá doveva trovarla, non aveva alcun dubbio di potersi ingannare. Ma non era ancora arrivato in Ancona che lo sorprese la notizia della morte di Righi. Era stato una delle ultime vittime, dicevano compiangendolo; aveva lavorato finchè potè per il bene della disgraziata cittá: quando vide che poteva riposarsi, morí.

Questi elogi suonavano male al capitano Raimondi, ma non osava criticarli. Nè pure osava chiedere notizie di Bianca.

Quando fu in città si fece indicare la casa dove aveva abitato Carlo Righi. Tutti la conoscevano; ma ora il suo quartierino era chiuso e deserto; custodito unicamente da un vecchio servo che piangeva la morte del suo padrone, e non sapeva decidersi ad allontanarsi da quel luogo.

Il marito di Bianca vollè parlare a queiruomo.

Gli diede una mancia e lo interrogò sugli ultimi mesi di vita del Righi e sulle persone ch’erano venute a visitarlo. Il vecchio pareva diventato un po’ ebete; rispondeva cosí a casaccio, ma con molta ingenuitá; senza meravigliarsi di alcuna domanda, quasi meccanicamente.