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piano; poi Annetta affannata che raggiungeva il Brussieri in giardino e afferrandolo alle spalle lo trascinava verso i boschetti, gestendo e parlando con una eccitazione nervosa sempre crescente.

Anche Andrea si era alzato e guardava quella scena.

I due fidanzati sparirono nel fitto delle piante. Il vento portava il suono delle loro voci concitate, a strappi, a buffate.

Tutta al suo amore di madre, come se mai in vita sua altra passione meno pura avesse agitato il suo cuore, la signora Cleofe si mise a piangere sommessamente.

— Povera Annetta mia! Povera la mia bambina! Canaglia di un uomo, tormentarla così!

— Faglielo lasciare — disse Andrea.

— Santo cielo! Anche tu parli come Leopoldo! Credete che io abbia un potere assoluto sul cuore di Annetta?... Sì l’ho avuto quando non amava che me. Dacchè ama quello lì, è finita. Non vedi che non intervengo neppure nelle loro questioni, perchè ho paura d’inasprirle? Nessuno sa quanto soffro.... Perchè, questi bisticci, sebbene un po’ troppo violenti da parte di Annetta, sarebbero niente; tutti gli innamorati di quell’età si bisticciano facilmente; ma io gli leggo in cuore a quello lì. Non è sincero; non ama Annetta. Almeno non l’ama come intendo io. E sai perchè?... Perchè Annetta gli dimostra di amarlo troppo. Io