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— E se non riesco? Mi accuserai?!

— Se non riesci — rispose Annetta dopo un momento di riflessione — credo che morirò per davvero.... Ma sono certa che riuscirai: l’ho qui nel cuore!...

Subito ricominciò a migliorare, o almeno a lottare energicamente contro lo stato di abbattimento a cui prima si abbandonava.

Emma aveva risoluto di andare a trovare il Brussieri in Pretura, nelle ore d’ufficio. Era decisa, e cercava di mantenersi nella tranquillità di spirito e lucidezza di mente che l’impresa non facile le sembrava richiedere.

Appena uscita dalla camera di Annetta, entrò nella sua, il cui uscio dava sul medesimo corridoio, un poco più lontano dalla scala.

Voleva riflettere ancora sul contegno che doveva tenere e sulle cose che avrebbe dette. Ma la riflessione non le giovava; le pareva anzi che il suo coraggio non resistesse all’analisi, e che i bei ragionamenti già preparati nella mente cadessero alla prima opposizione, come un castello di carte.

Meno adorna e meno ingombra di gingilli, la camera di Emma era elegante e gaia come quella di Annetta. Il signor Mandelli le aveva fatte disporre l’anno addietro, con la medesima cura: quella di sua figlia in celeste con mobili di legno chiaro; e quella di Emma in legno nero e stoffa rosa. Le due finestre davano