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— Il mio cappello? — domandò guardandosi intorno.
Brussieri lo scoprì sotto un tavolino.
— Oh! povero me!
Prese la spazzola e cercò di ripulirlo. Ma le povere rose erano sciupate. Emma le guardò con occhio malinconico, le rassettò alla meglio, poi con piglio risoluto si mise il cappello e lo fermò con lo spillone lungo che Brussieri aveva rinvenuto sotto a un altro mobile.
— I guanti, l’ombrellino.. Avevi altro?
— No.
Sul punto di andarsene, nello schianto angoscioso di separarsi dall’uomo a cui aveva fatto il maggiore sacrificio della sua vita, sentì un prepotente bisogno di conforto, di parole affettuose, di una speranza.
Si accostò a lui fissandolo con dolci occhi amorosi.
Paolo la baciò sulla bocca, e sorridendo mormorò:
— Te lo avevo detto che non saresti stata sempre tu la più forte?...
— Oh! Paolo!
Non disse altro.
Mortalmente ferita, portò la mano al cuore e si appoggiò al muro per non cadere.
— Te n’hai a male?... Oh! l’orgoglio delle signore!... Su, su, dammi ancora un bacio. Addio!
— Addio!