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gnora Maddalena stessa poteva farsene un’idea avendo visto come si era contenuto in un giorno simile, in una solennità famigliare di quella importanza.

La signora Maddalena avrebbe voluto attenuare il fatto, ma non poteva.

— Tutto questo sarebbe niente — ripigliava Cleofe tenendo gli occhi bassi, cercando le parole. — Ella mi capisce, senza che mi spieghi meglio di così....

— Quella ragazza?... Emma?

— Sì, Emma! Non è mia figlia....

— Sì.... lo so. Me l’ha detto Paolo.... Non era una cosa che lei volesse nascondere?

— Tutt’altro. Si figuri!

— Ma chi è veramente?.... Sarebbe mai....?

— Mah!. Io l’ho sempre sospettato. Saranno dieci anni, una mattina, dopo Pasqua, il giorno in cui i baracconi della fiera del Perdono levano le tende, cara lei, me lo vedo capitare in casa con questa figliuola, piccina così, nera, lacera, sporca da far paura, che piangeva e si divincolava come una indemoniata. Cos’è questa roba?... gli gridai — È una povera bambina — fece lui — una povera creaturina abbandonata. L’ho raccolta e l’ho portata qui.... fino a che qualcuno verrà a cercarla...

— E non venne mai nessuno?

— Mai! Io al primo momento non pensavo male, dico la verità. Era così spaurita quella piccina, così nera e cenciosa, che in verità, non mi pareva potesse