Pagina:Speraz - Nell'ingranaggio.pdf/165

Da Wikisource.

nell’ingranaggio 161

cui figurava la barba del Ministro. Era certo di averne registrato fino a duecento in un mese; poi tralasciò, perchè quel lavoro gli toglieva la forza di fare altro.

Ma una signora milanese, appartenente alla aristocrazia e nota per il suo spirito e per i suoi scritti diceva alla contessa Vimercati:

— Quanto ai tuoi lamenti, cara Violante, eredi pure che quando i ricchi si decideranno a abdicare, nessuno li rimpiangerà e il loro posto sarà preso d’assalto, malgrado le gravi miserie che gli sono annesse.

— Probabilmente non avranno nemmeno la compiacenza d’aspettare che i ricchi si decidano all’abdicazione! osservò il conte Vimercati, il vecchietto arzillo e forte, che girava come un giovinetto di gruppo in gruppo. La giovane signora intanto si era levata in piedi e salutava Edvige.

Nel passare davanti alla Vimercati, le porse la mano dicendole:

— Senza collera, eh? mia cara Violante? —

La contessa le rispose con bel garbo, assicurandola della sua amicizia, e il conte le fece dei complimenti: poichè questa signora era molto simpatica e veramente buona e i suoi scritti contenevano delle vere idee, non soltanto delle belle frasi, e per ciò la società in cui era nata le perdonava i suoi principii un po’ arditi e li considerava come un piccolo capriccio giovanile di donna superiore.

La conversazione, interrotta dalla sua partenza fu ancora ripresa.

Edvige volle difendere il Crivelli, che era un amico di casa molto gentile e un assente.