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172 | nell’ingranaggio |
sentito dire il contrario, vero Giorgio? — Giorgio la rassicurò con un sorriso, lui che sapeva.
— Sarebbe stata una enorme disgrazia — disse — se tuo cugino non avesse saputo cambiarla in una fortuna.
— Ha tanto talento lui! — esclamò la giovane donna guardando Giovanni con ammirazione.
Le spiegarono in succinto quello che era avvenuto.
— Oh! — disse, quando credè di aver compreso; — tutte le volte che mi parlano di questi maledetti affari e sento le angosce che costano, io non so darmi pace che uomini ragionevoli consentano a entrare in una carriera così spaventevole.
— Ah! ah! ah! — fece suo marito prorompendo in una gran risata: — questa è bellina! Chiama una carriera spaventevole, quella che fa guadagnare dei milioni. Una carriera spaventevole è quella dell’impiegato ferroviario; mi pareva che tu dovessi saperlo.
E con la palma aperta le dava dei colpettini pieni di tenerezza sulle sue belle spalle rotonde.
Gli astanti ridevano.
— Già tu fai sempre il chiasso, — riprese a dire Rosa, sottraendosi a quelle carezze. — Ma tu Edvige, certo non ridi: chi sa quanto devi aver sofferto in questa circostanza!
Edvige trasse un lungo sospiro, e levò gli occhi al cielo come una martire cristiana nei quadri raffaelleschi.
Giovanni crollò le spalle impercettibilmente. Fece alcuni passi verso la porta e scontratosi con la cameriera che portava la minestra, il domestico