Pagina:Speraz - Signorine povere.djvu/109

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sfazione: — non cederà forse mai. Invano Isidoro impiegherà con lei tutte le seduzioni; ella saprà respingerlo. Ma non sarà meno infelice per ciò. La passione è penetrata nel suo cuore, nel suo sangue giovane e ardente. Lo disprezza, forse l’odia; ma che importa? Egli la turba, l’agita, l’accende. Vicina a lui, ella deve sostenere una lotta ben dolorosa per non gittarglisi in braccio.»

Paolo fu tolto alle sue meditazioni da uno scatto di voce dell’avvocato Pagliardi.

— Presto, imbarchiamoci, minaccia di piovere!... Paolo, Isidoro, movetevi. Aiutate le ragazze a scendere nella barca. Sembrate intontiti.

I due giovani si scossero: erano più che intontiti veramente. Paolo si avvicinò all’Antonietta; Isidoro a Maria.

— Pioverà?... Avremo un uragano?...

— No, no: si tranquillizzino.

— Oh, io sarei curiosa di vedere....

— Ma non di assaggiare l’acqua del Ticino, credo.

Maria rise e saltò nella barca.

— Presto. Andiamo diritti allo sbarco.

— Non aver paura, zio, non succederà nulla.

— Spero bene. Ma le donne a casa saranno inquiete: e ho la responsabilità di queste ragazze. Se mio cognato venisse a sapere che si sono bagnate un piede per essere venute in barca con me, chissà che lamentìo.