Pagina:Speraz - Signorine povere.djvu/128

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„Per intanto è già una bella cosa se non manca il petrolio“ pensava Riccardo ascoltando quelle vanterie.

In ogni modo, quella sera, tutto appariva discretamente elegante; e la tavola apparecchiata con insolita cura, la terraglia e la cristalleria, se non finissime, almeno nuove e lucenti, facevano bel vedere sotto al paralume color di rosa. Perfino le vecchie posate, che la Giuditta aveva aiutato a lustrare, sembravano meno logore, specialmente quelle destinate agli invitati, scelte fra le migliori.

I signori invitati poi essendo di buon umore trovavano tutto bello; e di buon umore erano naturalmente, o parevano, anche i padroni di casa.

La signora Elisa, vestita in velluto cremisi — velluto tramè — portava i suoi magnifici brillanti: orecchini, spillone, braccialetti e anelli in quantità: tutta roba autentica e proprietà dei Valmeroni, che la signora Olimpia le aveva regalato il giorno delle nozze, con la raccomandazione di conservarla intatta. Così ben messa, ella troneggiava al suo posto di padrona di casa, tra Faustino Belli e il dottor Melchiorre Monti. I suoi capelli biondi, leggermente incipriati, le formavano una graziosa nube di vaporosi riccioli intorno alla fronte bianca; e il finissimo belletto, applicato con sapienza, dava uno splendore giovanile ai suoi grandi occhi azzurri. La