Pagina:Speraz - Signorine povere.djvu/129

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prodigiosa leggerezza del suo carattere si manifestava in ogni suo atto. Quei magnifici brillanti, che ella pareva risoluta a portare con sè nella tomba, erano la sua gloria e forse il suo più grande amore sulla terra. Mai, in nessuna ristrettezza, aveva consentito ad impegnarli. Piuttosto patir la fame che presentarsi al mondo senza i suoi brillanti. Poco male se stonavano maledettamente con tutto il resto. La sua leggerezza così bene accoppiata con la morbosa esaltazione del Valmeroni si diffondeva intorno a lei come un’essenza letale addormentatrice delle coscienze.

Lo stesso Leonardo la subiva pure illudendosi di resistervi. Per lei, per compiacerla per non rattristarla in un giorno di festa, egli si studiava di mostrarsi ilare e respingeva, lungi da sè, i dolorosi pensieri che l’assalivano. Non senza pena egli vedeva le vesti sfarzose, dai colori vivi, di sua moglie e delle due ragazze: Eugenia in bianco e celeste, Angelica in bianco e rosa — mentre durava il lutto per la recente morte della „nonnina“. Ma come opporsi ai loro desideri? Se le avesse obbligate a vestirsi di nero o almeno di scuro, l’avrebbero forse obbedito; ma chissà con quanti lamenti e con quali facce aggrondate!... Egli non poteva sopportare le bizze e i malumori; epperò cedeva: e cercava di stordirsi. Per di più quel giorno aveva riscosso un po’ di denaro e aveva accanto il suo