Pagina:Speraz - Signorine povere.djvu/130

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Faustino, il suo idolo, che lo occupava e lo distraeva amabilmente. Il pranzo era ben servito.

I vini squisiti, le pietanze preparate da un abile cuoco, i fiori, i profumi davano al pranzo di famiglia un’aria di signorilità. Fungeva da cameriere il figlio della Caterina, un giovinolo che aveva servito alla famosa trattoria dell’Orologio e si trovava, per il momento, senza posto. Augusto Klein, l’eroe della festa, mangiava a quattro palmenti, sorridendo sotto ai baffi grigi della pazzia dei suoi anfitrioni, e tuttavia lusingato e felice dell’onore che gli facevano. Allorchè il suo eccellente appetito cominciò ad essere soddisfatto, egli si mise a discorrer d’arte con Faustino Belli e col padrone di casa. I suoi occhietti intanto si fermavano con compiacenza sul volto fresco e sulle forme scultorie di Eugenia, che gli sedeva accanto.

La bella ragazza stava molto bene nel suo abito bianco e celeste. Una modesta scollatura metteva a nudo il suo magnifico collo, la nuca voluttuosa e il principio delle spalle: le sue maggiori bellezze. Di tratto in tratto l’ospite le rivolgeva qualche parola lusinghiera e le riempiva il bicchiere dicendole:

— Beva, signorina; beva: nel vino è la gioia.

Luciano Monti guardava quella scena e rideva pensando ironicamente:

„Sta a vedere che il tedesco si porterà via anche l’Eugenia. Sarebbe un bel fatto per i Val-