Pagina:Speraz - Signorine povere.djvu/207

Da Wikisource.

— 209 —

piaciuto di non potersi fermare per salutarti; ritornerà.

— Me l’aveva detto che voleva vedere la galleria. È arrivato tardi però.

— Non tanto. I quadri da fotografare erano ancora fuori, e le casse che vanno all’estero aperte per il visto dell’Accademia. E sai cosa m’ha detto?

— A proposito di che?

— Di questi quadri, di questa vendita. Se ne intende lui. Ha molta passione per l’arte, dipinge egli stesso, e poi ha viaggiato e ha visto i più famosi musei e le più ricche gallerie in Italia e fuori...

— Ebbene?...

— Ebbene, dice che queste tele in mano di un abile negoziante come il nostro Klein rappresentano un capitale di oltre trecentomila lire. E noi le abbiamo date per centoventimila e finora non abbiamo incassato che la metà.

— Temi che il resto non venga pagato? Se è così, persuadi tuo padre a tenere qui i migliori quadri fino a che non avete incassato tutto il denaro.

— Non partono tutti, di fatti; ma quelli che restano non sono i migliori. Sono quelli che stanno ancora appesi nelle due prime stanze. Ciò per altro non cambia nulla: la vendita è fatta.

— E tutta l’altra roba va a Vienna?