Pagina:Speraz - Signorine povere.djvu/224

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E la sua mano tremava nonostante lo sforzo visibile che egli faceva per tenerla ferma. I due giovani furono generosi; e il povero diavolo li ringraziò con un leggero inchino e un pallido sorriso.

— Chi sa chi è stato costui — pensava Riccardo tristamente, mentre gli si riaffacciava la immagine del tenore decaduto che gli aveva chiesto un cappello e un paio di scarpe. Quello era ancora più giù nella miseria. Ma chi sa quanti ancora più in basso, che non osavano neppure mostrarsi. Da tutte le parti, in quella vasta sala, sfolgorante di luce, risonante di voci allegre di gente ben pasciuta, da tutte le parti egli vedeva sorgere uno stuolo di affamati d’ogni grado: da quelli che cercano di nascondere la loro povertà e soffrono mille tormenti per conservarsi un aspetto dignitoso, fino ai più cinici che mettono in mostra i loro luridi cenci e i corpi disfatti.

E improvvisamente, fra quelle strane immagini, gli parve di scorgere suo padre, lacero, vecchio, disfatto. Rabbrividì. Purtroppo, suo padre e tutti i suoi erano incamminati verso la rovina, verso la miseria. Quel tetro fantasma poteva essere un avvertimento della coscienza più che una bizzarra creazione della fantasia terrorizzata. Egli doveva pensarci, pensarci seriamente, poichè egli solo, forse, era responsabile. Oh! se Maria lo avesse amato! Loro due