Pagina:Speraz - Signorine povere.djvu/225

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insieme potevano mettere argine alla rovina della vecchia casa; sostenere la volontà del suo capo; sottrarlo al disastroso potere della moglie e alle soperchierie di Faustino Belli.

Il pezzo di ringraziamento finiva gloriosamente con un tempo di marcia trionfale, maestosa, in mezzo al chiasso delle conversazioni e al cozzar dei bicchieri. Il pittore osservava Riccardo con simpatica attenzione.

— Hai sognato?

— Un poco.

— Beato te che sei ancora nell’età dei sogni.

— Non sempre i sogni sono belli.

— Andiamo a teatro?

— Non posso, scusami.

— Hai un appuntamento?

— Oh, no! Così fosse!

— Sei innamorato?

— E tu no?

— Io?... No davvero. Abbastanza mi fanno perdere la testa i colori; povero me se vi si unissero le donne... Non credere che le disprezzi. Tutt’altro. Mi piacciono molto, specialmente se sanno tener la posa...

Risero insieme e poco dopo si separarono.

Dalle case, dai caffè, usciva ora più numerosa la gente a godersi il fresco della sera.

In Galleria, sotto i portici e giù, lungo il Corso, fino ai giardini e su i bastioni la folla si river-