Pagina:Speraz - Signorine povere.djvu/240

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— Contentissima.

Le valigie furono collocate. Le clue amiche restarono sole e Antonietta si buttò singhiozzando nelle braccia di Maria.

— O Antonietta, povera cara, cosa ti è accaduto?... Parla, sfogati... Oh, tu che sei tanto forte, piangere così!

— Ho sofferto... Ora non voglio più soffrire. Tutto è finito.

E si rimetteva a piangere. Maria la baciava teneramente in silenzio. Sentiva che quelle lagrime erano necessarie al cuore oppresso della sua amica, e bisognava lasciarle scorrere. Intanto pensava di quale natura potesse essere il dispiacere che aveva così penosamente colpita quella sua diletta.

E il cuore le suggeriva il nome d’Isidoro. I più atroci dolori non ci vengono forse dalie persone più care? Non osava interrogarla temendo di pronunciare una di quelle parole malcapitate che esasperano un’anima ferita.

A poco a poco Antonietta si calmò.

— Io non ritornerò più con gli zii — disse.

— Non ritornerai più?! Cosa è avvenuto?

— Ti racconterò.

— E Isidoro? Non ti ama più?...

Antonietta alzò le spalle.

— So io se mi ama? Anche se mi ama è un amore inutile. Non potremo mai essere uniti. Due donne si oppongono alla nostra unione: