Pagina:Speraz - Signorine povere.djvu/252

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assediava. Non poteva sentire una musica, leggere una poesia, senza che tutto il suo essere vibrasse. In realtà, le pareva di non amare nessuno.. oppure...

Antonietta la guardò curiosamente.

— Approfitta di codesto stato d’animo per distogliere il tuo pensiero da quell’uomo. Egli non è mai completamente sincero e non può renderti felice.

— Quando il dubbio m’incalza e non trovo in me stessa la forza di respingerlo, penso anch’io così, ma soffro. Fosti tu la prima a mettermi in diffidenza contro di lui. Varie circostanze vi hanno poi contribuito. Così il mio ideale si è offuscato, senza che io riescissi a strapparmelo dal cuore. La mia infelicità è cominciata così.

Antonietta si mostrò commossa. Le doleva di essere stata causa di tormento alla sua Maria; ma si confessava pronta ad affliggerla ancora e ad attirarsi anche la sua collera, piuttosto che lasciarla cadere in balia di quell’uomo.

— Sì, sì, lo so! Tu pensi di salvarmi chissà da quali sventure.. E non sai che intanto io vado incontro forse a mali peggiori. Già la mia fede ingenua nella bontà umana vacilla, e la mia bella unità di sentimenti, l’interezza dell’animo, che è da sè sola il fondamento di una grande felicità, non mi sostiene più. Il mio corpo è