Pagina:Speraz - Signorine povere.djvu/279

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misconosciuta nel suo ingegno, delusa nelle sue aspettazioni più legittime, ella si era ribellata appartandosi, cercando distrazioni a tutti i costi in compenso della felicità di cui Pavè vano defraudata. Ed egli l’adorava da morta come da viva. Ella almeno aveva amato la vita mentre suo marito e sua suocera non amavano che il denaro e il potere. E pensava:

„Che pazzia, tormentarsi a quel modo e tormentare una creatura delicata e bella per ammucchiare del denaro. Ora sono tutti morti, e il denaro è mio, e io non so che farmene. Non una delle mie pene può essere sanata dal denaro che costò tanto travaglio e tante lagrime.“

Poco lungi dalla tomba di sua madre, Paolo vide una tomba tutta coperta di fiori e una giovine donna inginocchiata sul marmo. Ella era vestita a bruno e piangeva dirottamente.

— Ecco un altro dolore — pensò il giovine, allontanandosi rispettosamente. Lo afferrò subito quello che gli appariva il più grande problema e il più terribile incubo per tutti quelli che si amano sulla terra: l’eterna separazione. Non gli pareva possibile che un cuore amante si rassegnasse alla crudele sentenza. — E in realtà — egli si diceva — nessuno si rassegna. Da qui il potere delle religioni che fondano la loro fortuna sulla tenerezza del nostro cuore, per dominarci come fanciulli.

Più d’una volta egli aveva pensato che tra i