Pagina:Speraz - Signorine povere.djvu/289

Da Wikisource.

— 291 —

schiuso dinanzi come una terra promessa!... Ma la vita è così fatta che non basta neppure essere gaudenti, essere egoisti, nè sognare perdutamente una sola cosa: non basta sacrificare tutte le nostre passioni ad una sola passione formidabile: la vanità; nulla basta se il destino ci è contrario. E però la signora Elisa ripeteva malinconicamente che era nata sotto cattiva stella, e che tutti i suoi sogni, perfino quell’ultimo, erano stali delusi. Gli affari della famiglia riprendevano una cattiva piega; quella bestia di Klein minacciava di fallire; e Riccardo aveva preso nelle sue mani vigorose di giovine puritano — come sua madre lo chiamava deridendolo — le redini della casa: tutte le ragioni dovevano cedere alla volontà di lui, e perfino la madre doveva chinare il capo.

Egli aveva consigliato suo padre a mandare la famiglia in campagna perchè i ragazzi avevano bisogno di cambiare aria, e perchè intanto si potevano fare le riparazioni che la casa di Milano reclamava da tanti anni. Sostenuto dal figlio, Leonardo trovava la forza di resistere alle insistenze e al malumore della moglie.

Così la famiglia era finalmente partita con una quantità di bagagli, fra le grida di giubilo di Giorgetto e di Erminia e i sospiri male repressi della loro madre e di Angelica.

La madre diceva:

— Ora ci mandano lassù a far campagna;