Pagina:Speraz - Signorine povere.djvu/309

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per lui l’unica salvezza, l'ultima speranza. Chissà a quali estremi si sarebbe spinto perchè non gli sfuggissero.

— Ma io lo schiaccierò — pensava Maria, aspirando con ardore quel vento di battaglia. — Non ho alcun timore, ora che lo conosco, e il solo sentimento che avrebbe potuto indebolirmi — la pietà — non ha più ragione di esistere.

Trovandosi poco dopo con Riccardo, il suo primo pensiero fu di mostrargli la lettera di Giorgio Cantelli. Riflettendoci un istante, le parve meglio tacere. Egli poteva impensierirsi di quella battaglia che l’attendeva con un avversario così forte, astuto e forse disperato. E quella ricchezza che le veniva offerta e che ella rifiutava quasi per necessità, poteva rattristarlo oltre misura; nella sua delicatezza era capace di attribuirsi qualche responsabilità di quel rifiuto e di accorarsene. Insomma era meglio che egli nulla sapesse.

Sentendo peraltro il bisogno di confidarsi con qualcuno, scelse Antonietta, che poteva essere nel medesimo tempo un aiuto. Antonietta lesse la lettera di Giorgio Cantelli e capì subito che tanto lui che i suoi fratelli dovevano avere una tremenda paura di essere costretti a sborsare le trecentomila lire.

— Non è certo per far piacere a loro che tu devi mantenere fermo il rifiuto di sposare Faustino.