Pagina:Speraz - Signorine povere.djvu/310

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Dopo queste parole, ella fu tutto ad un tratto assalita da un dubbio.

— Siamo noi assolutamente sicure che. tu debba mantenere il rifiuto?... — domandò essa mutando voce. — Tu rimani attonita: tu mi guardi con gli occhi sgomenti... Non ischerzo. Senti. Bisogna riflettere: l’atto è grave: tu sei... una povera figliuola... Trecentomila lire e la mano di un uomo che tu amasti tanto... che forse ami ancora... via, sarei una stupida se pretendessi che tale rifiuto non ti debba costare...

Maria era impallidita.

— O Antonietta! — esclamò lagrimando. — O Antonietta, che poca stima hai di me!...

L’amica la rassicurò, aveva per lei una stima grandissima, aumentata anzi in quel momento dalla tranquillità, dalla fermezza con cui parlava di rifiutare ciò che per la maggior parte della gente era una fortuna straordinaria capace di far girare la testa a molte e molte che si stimano forti. E appunto perchè la vedeva così indifferente, così spensierata, le pareva necessario di parlare così, d’istigarla a riflettere.

Maria si rasserenò e rispose francamente:

— Se amassi ancora Faustino Belli, se avessi fede in lui, se questo fatto non mi rivelasse tutta la falsità del suo cuore, la bassezza del suo animo, certo, sarei perplessa. Così invece son sicura che non avrò mai il più piccolo pentimento. La ricchezza non mi tenta... E poi