Pagina:Speraz - Signorine povere.djvu/387

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VI.

La notizia del fallimento di Augusto Klein e della fuga di Eugenia fulminò i Valmeroni. La lettera dell’avvocato Pagliardi che Antonietta dovette mostrare a suo padre, inasprì la ferita. Il sarcastico Amilcare non sapeva trattenersi dal ricordare le sue profezie. Non l’aveva egli detto che potevano recitare il De profundis sul loro credito? Soggiungeva poi ironicamente: „Mio cognato si consolerà perchè gli ritorneranno in casa alcuni dei suoi vecchi quadri, e sarà tutto quello che potrà cavare dal famoso rogito“.

Riccardo pensava tra sè che la profezia era facile e che egli pure l’aveva fatta; non lo disse per non rattristare di più suo padre che pareva annientato. Non potè tuttavia trattenersi dall’osservare che egli aveva sempre predicata l’economia prevedendo quella disgrazia.

— Non ne abbiamo fatte abbastanza delle economie?... Non abbiamo pagato tanti debiti?

— Non abbastanza, cara mamma. Mi duole dirtelo: tu hai speso cinquemila lire in pochi mesi e hai un conto di mille lire tra abiti e cappelli.