Pagina:Speraz - Signorine povere.djvu/392

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Molti particolari venivano fuori ora su Augusto Klein. Il negozio di Berlino non era più suo da un pezzo; aveva dovuto cederlo ai suoi creditori; ma lo dirigeva. Era abilissimo nel vendere e nel comperare; come stimatore di quadri antichi non aveva rivali: così aveva guadagnato molti denari, ma volendola scialare da gran signore si era rovinato...

Lo scultore ungherese, il rapitore di Eugenia, lo avevano conosciuto a Venezia. Klein gli doveva ventimila lire di una statua. Non potendo avere il denaro, gli prendeva la moglie!

Leonardo ascoltava esterrefatto. Sua figlia era scappata con un amante? La sua Eugenia? Prima non aveva capito bene: ora la cosa gli riusciva nuova e lo colpiva crudelmente.

— Ma egli dov’è? — domandavano gli altri. — Dov’è andato Klein?

C’è chi pretende che sia fuggito in America; altri vogliono far credere che si è suicidato. Ma nessuno ci crede. Dev’essere ritornato a Berlino dove si rimetterà a fare il piccolo commercio: il rivenditore, o meglio, il sensale di belle arti.

L’avvocato nominò Faustino Belli. Leonardo trasalì. Oh, come avrebbe voluto vederlo in quel momento! I suoi occhi pieni di tristezza si rivolsero a Maria, quasi implorando.

— Povero Faustino! — sospirò.

— Perchè lo compiangi? Ora che si è attaccato