Pagina:Speraz - Signorine povere.djvu/405

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ceva: sposava un ricco, giovane, bello e innamorato.

— E tu l’ami poi? — le domandò Maria.

— L’importante è di essere amate. Ma io ho un cuore tenero. Quando avrò cessato di odiarlo, ciò che avverrà indubbiamente il giorno delle nozze, credo che l’amerò.

Pochi giorni dopo che Angelica era fidanzata, Lucia Gerletti partiva con la compagnia.

Era stata occupata a provare tutta la settimana, dovendo debuttare a Torino. L’ultima sera scese dai Valmeroni per salutarli. Oltre Luciano Monti, che non si allontanava un momento dalla promessa sposa, c’erano i soliti amici e vicini di casa. Cecilio Festi li faceva ridere raccontando le continue visite e le lunghe soste di Luciano nella fotografia di Ermondi.

— Un vero incubo, vi dico. Non si sapeva più come liberarsene; non si faceva più nulla; egli era sempre là, sulla terrazza. L’abbiamo fotografato in tutte le pose; il peggio è che in tutte le fotografie di questi ultimi mesi egli c’entra con una parte di se, là con un piede, qua con un braccio; e se non c’è lui, c’è il suo cappello!

Camillo Bressani, il tenorino, prese a parte la Gerletti e le disse che faceva malissimo a interrompere gli studi per mettersi in una carriera così meschina, con la sua voce tanto bella e intonata.