Pagina:Speraz - Signorine povere.djvu/61

Da Wikisource.

— 63 —

italiano egli non domandò neppure un soldo oltre il denaro da lui sborsato. E gli amici ridevano della sua fenomenale onestà.

Venuto a morire pochi anni dopo, e avendo il presentimento di lasciare il figliuolo in condizioni finanziarie piuttosto difficili, si consolava pensando che la galleria avrebbe fatto fronte al pericolo. Prima di chiudere gli occhi disse a Leonardo:

— Se non puoi farne a meno, ti autorizzo a vendere il mio tesoro per pagare i debiti e salvare l’onore del nostro nome.

Più istruito e illuminato dalla vita in una grande città, come pure dalle critiche che gli amici di suo padre non si peritavano di pronunciare anche davanti a lui, Leonardo sapeva bene che la galleria non era un tesoro e che suo padre s’ingannava; ma non poteva credere che l’inganno avesse le proporzioni spaventose di un disastro. Il suo cuore tenero e devoto non poteva accettare quella dolorosa verità.

Ed era anche per non affrontare le temute mortificazioni, che egli aveva tardato tanto a mettere in vendita la vecchia raccolta.

D’altra parte il moribondo aveva detto: «Ti autorizzo a vendere se non puoi farne a meno». E il rispettoso erede voleva tentare tutti i mezzi possibili prima di risolversi al duro passo.

Nei primi anni i quadri e gli oggetti antichi occupavano un posto enorme in tutta la casa.