Pagina:Speraz - Signorine povere.djvu/91

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nella nostra società moderna tutto è falsato, i nomi non rispondono più alle cose; è una bottega da farmacista messa a soqquadro da un pazzo; l’arsenico si spaccia per magnesia, il sciroppino di papavero si pavoneggia sotto la etichetta della belladonna: una contessa porta i brillanti chimici del Rituali, mentre le perle più preziose cingono il collo di una sgualdrina. Tutto va a rotoli: è il principio della fine.

— Tutto quello che vuoi — interloquì il vecchio pittore. — Tutto quello che vuoi, ma non toccare l’amore!

Allora il Pagliardi, trascinato dalla sua frenesia di polemica, si scagliò contro l’amore e più specialmente contro i matrimoni d’amore.

Il matrimonio non era e non doveva essere che una istituzione sociale: difesa per le classi elevate, freno per le plebi: l’amore non ci aveva che vedere: l’amore era la corruzione del matrimonio.

Il Bertalli applaudì; tutti gli altri protestarono. Una scrosciante risata echeggiò alle loro spalle.

— Isidoro! Isidoro!

— Il capitano.

— Bravo capitano!

— Ben arrivato!... Che bella improvvisata!

Lo circondavano, lo festeggiavano.

Egli s’inchinò e prima di parlare abbracciò la sua mamma; quando poi ebbe salutate le