Pagina:Speraz - Signorine povere.djvu/99

Da Wikisource.

— 101 —

— La felicità è dovunque! — pensò Maria. — Ma non è facile coglierla.

— Una rondine! — esclamò l’avvocato.

— Impossibile.

— Eppure...

— T’inganni. È troppo presto.

-— Ecco l’isolotto... I cannonieri stanno esercitandosi. Sono sempre qui a fare i loro esercizi.

— Voltiamo.

— Sì, voltiamo: si va come lumache.

Voltarono e subito l’aria fresca li salutò.

— Bastate voi due per discendere — disse il capitano tirando su i remi. — Ho sudato abbastanza.

Si asciugò la fronte e il collo. Tornarono a passare sotto il ponte della ferrovia.

— Ecco un altro treno. Questo arriva.

— Viene da Genova?

— Sì. E con molti viaggiatori.

— Quelli hanno visto il mare — mormorò Antonietta.

— Lo vedrà anche lei — affermò Isidoro fissandola negli occhi.

Ella scrollò le spalle quasi con disprezzo.

— Cattiva! — sospirò il giovane.

— Guardate la nostra città, guardate Pavia come si vede bene da qui. Ecco la cupola del nostro duomo, ecco il collegio Borromeo... ecco la casa dove ho abitato tanti anni fa. Ti ricordi, Isidoro?