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120 | la dama della regina |
tratto un colpo di vento fulmineo traversò le sale per le finestre spalancate, e tutti i vetri dalla parte del mare caddero infranti con uno schianto formidabile.
— Ah! la mia nave! — gridò il capitano balzando in piedi col pallor di morte sulle guancia.
Corsero tutti in terrazza e giù per la scaletta che conduceva al mare, dove la scialuppa attendeva nella piccola insenatura.
— Volete partire con questo tempo!... — esclamò donna Anna Maria.
Il capitano sorrise involontariamente. Sarebbe stata bella che un capitano avesse abbandonata la sua nave in balia d’un fortunale per paura del mare grosso!
— La ringrazio contessa, la ringrazio di tutto, anche di questa sua affettuosa premura. Ma non s’inquieti. I miei uomini sono bravi rematori e la lancia è forte. E poi, guardi, il vento è ancora alto: il mare ha poche onde. Di nuovo, grazie. Addio, Aurelio. Addio a tutti.
Strinse in fretta tutte le mani che gli venivano pôrte e in due salti fu alla spiaggia. Aurelio e i convitati lo seguirono, sebbene il vento fosse tale che le signore stentavano a stare in piedi.
— Ce la caveremo bene, eh, ragazzi? — domandò allegramente il capitano ai marinai che già sedevano ai loro posti con i remi alzati pronti a batter l’onde.