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la dama della regina 5

trionfi di Buonaparte, delle sue infinite, miracolose vittorie.

— Conquistati i Paesi Bassi, ridotto il re di Sardegna in condizione servile; distrutti due eserciti austriaci, costretto il re di Napoli e il papa ad accordi umilianti!.... Non basta, scacciati gli Inglesi dalla Corsica! Ah! io spero che in poco tempo tutta l’Italia sarà annessa alla Francia.....

Un grido d’indignazione lo interruppe.

— Ah! questo è troppo, dottore! Non deve dirle queste cose, neppure pensarle. La nostra Repubblica di san Marco deve rimanere illesa. Perchè e con quale diritto la distruggerebbero? Non è stata sempre neutrale? Non ha rispettato lealmente i trattati?....

— O cara donna Anna Maria, mi perdoni se glie lo dico: la Repubblica è già quasi morta. Non c’è bisogno di distruggerla; muore di decrepitezza; muore perchè non potrebbe più mettersi al passo della nuova umanità.....

— Sarà vinta senz’essersi battuta — entrò a dire un altro signore. — Vinta dalla paura perchè non ha voluto neppure armarsi.

— Non è vero! — ribattè energicamente il nobile Alessandri, podestà del paese, un uomo piuttosto vecchio, ma ben portante, tutto bianco per canizie con un bel codino che pareva argento filato.