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la dama della regina 195

prire tutta la mostruosa crudezza di quell’anima e odiarla, disprezzarla: o scoprire qualcosa d’inverosimile, e caderle ai piedi ancora una volta.

Parlò; e quella voce, rauca, tagliente, così diversa dalla sua solita voce dolce e armoniosa, fece trasalire tutti quelli che l’udirono.

— È passato qualche tempo dacchè voi sapete queste cose, signora?

Ella tardò a rispondere: sembrò consultarsi: finalmente rispose:

— Mio padre vi accennava quest’inverno come di cosa già espressa dal Bonaparte nei colloqui diplomatici, ma non confermata. Nell’ultima lettera di circa un mese fa, egli mi assicura che il progetto di questa cessione, in compenso di che la Francia avrà il libero possesso d’altri paesi, forma la base del trattato di pace preparato a Leoben.

Ettore replicò subito, scattando:

— E voi non avete detto nulla!.. Avete potuto tacere con me... con me!... Col conte Castellani che....

Aurelio cercò d’interromperlo, ma inutilmente.

— ....col conte Castellani che da un anno vi alberga, con la contessa che vi ama come una figliola!.. E intanto avete potuto discorrere con noi del sole e della pioggia, e sorridere gaia... e inviare a me nelle ore tacite, dolci sguardi