Pagina:Speraz - la Dama della Regina.pdf/22

Da Wikisource.
12 la dama della regina

non si affannava troppo per l’avvenire. San Marco, il gran protettore di Venezia non l’avrebbe mai abbandonata, non avrebbe mai cessato di raccomandarla all’Altissimo che non poteva a meno d’accontentare il nobile e santo Evangelista.

— Oh, signor de’ Grassi, ben venuto. È arrivato tardi oggi, temevo quasi di non vederla. — Così dicendo donna Anna Maria gli porse la mano, che egli baciò.

— E lì, cosa porta?

— Oh, contessa: una cosa da nulla, una piccola pernice che ho preso stamattina. Ecco, Beppo penserà a farla cuocere da qui a due o tre giorni.

— Si disturba sempre...

— Ma le pare?... Non posso mangiare io tutta la selvaggina che prendo; e se non sapessi di poterla offrire alle persone amabili che mi fanno il favore di gradirla, perderei anche l’amore della caccia. E allora cosa farei? M’infiacchirei, come dice il capitano Gori che la lunga pace ha infiacchita la Repubblica. No xe vero, capitano Gori?

— Non fa una grinza...

— Ecco il caffè, signor Virgilio.

— Grazie, contessa. Il suo caffè è una delizia.

Entrarono due signore: una donna matura ed una giovinetta: madre e figlia Alvisi, la cognata