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la dama della regina 47

sentiva stanca e non voleva più saperne di restar sola. Non un nemico, non pericoli di morte egli era chiamato ad affrontare; bensì il dolce sorriso, la voce carezzevole, lo sguardo riconoscente di una bellissima creatura, con la quale egli si era trovato in un istante supremo dinanzi alla morte. Cosa era mancato che morissero insieme? Un istante, un piccolo fatto casuale: che il corsaro non vedesse la fregata inglese. Ricordava perfettamente i suoi pensieri di quel momento: l’onore di cavaliere gl’imponeva di morire con quella donna, se non riesciva a salvarla. Su questo non era da discutere: nel momento supremo, nitida era apparsa ai suoi occhi la legge inesorabile. Ciò non poteva stupirlo. Lo stupiva per altro ripensandovi adesso, l’entusiasmo, l’ebbrezza della sua anima in quel momento. Bianca gli sembrava tanto bella, col viso pallido, gli occhi ardenti di una quasi selvaggia energia, nella sua disperata risoluzione, quasi una creatura sovrumana.... Morire con lei, serrarla sul suo petto, esalare l’estremo sospiro su quelle labbra voluttuose. Quella visione di un fatto che sembrava ormai inevitabile l’aveva assalito d’un tratto ed egli non aveva pensato ad altro, nemmeno a sua madre!..

Eppure fino a un momento prima egli aveva considerata la giovine donna come un essere senza sesso: un sacro deposito confidato a lui da uomini