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la dama della regina 55

troppo dove tutto collima, non so rassegnarmi neppure oggi a crederla irreparabilmente perduta; e mi indigna il vedere che non si fa nulla di veramente energico per salvarla.

— Vostro padre era un filosofo, voi un combattente ed un appassionato. Io non amo i filosofi: sono essi che hanno rovinato la Francia.

— .... E chi amate voi? I poeti?

— Forse. Il mio povero Armando era un poeta. Io, adesso, amo i morti, amo con tutto il mio cuore la mia vecchia Francia che non esiste più; i miei poveri Sovrani e tutte le vittime della rivoluzione, ma sopra tutte Armando Clarance mio marito. Tra i vivi amo mio padre e la Brettagna che non muterà mai la sua fede, i suoi ideali, neppure vinta.

Vi fu una pausa. Bianca sembrava smarrita nei suoi tristi ricordi.

— L’avete amato molto lo sposo vostro? — osò interrogare Aurelio.

Ella lo guardò quasi sdegnata, ma quel cipiglio si dileguò subito lasciando al suo posto un languido sorriso.

— Moltissimo — fu la risposta. — Moltissimo, perchè egli seppe ispirarmi una intensa ammirazione. Egli era veramente degno di tutto il mio affetto. Forse esistono al mondo altri amori; io li ho ignorati, e spero d’ignorarli sempre. Il