Pagina:Speraz - la Dama della Regina.pdf/71

Da Wikisource.

la dama della regina 61

simi — di trovare la forestiera nella sala. Tutti le furono presentati. Marco Apolonio ed Ettore Almerighi la complimentarono nella sua lingua ed ella scambiò con essi alcune frasi, nelle quali peraltro non seppe dominare una istintiva ostilità. Li sapeva rivoluzionari: negl’intimi colloqui, donna Anna Maria aveva parlato: sapeva pure che da Ettore provenivano i mazzi di (lori freschi che ella sempre trovava sul suo davanzale, e quella insistente galanteria l’aveva un po’ seccata come una imposizione. La sua freddezza aveva dunque una doppia fonte. L’Almerighi ne fu punto e non le rivolse più la parola. Invece si mise a discorrere cogli altri, ad alta voce delle vittorie francesi, delle idee rivoluzionarie che si diffondevano negli stati veneti di terraferma e nella stessa Venezia, dimostrandosi insomma più che mai un ardente rivoluzionario, un nemico accanito delle vecchie dinastie, come pure del governo della repubblica di San Marco che egli chiamava governo di marmotte.

Allora Bianca che lo aveva guardato con disdegno si trovò improvvisamente d’accordo con lui. Ella odiava quel governo che dopo aver accordato l’ospitalità al conte di Provenza l’aveva obbligato ad andarsene per obbedienza, per servilismo al Direttorio e al generale Buonaparte: lo odiava e lo disprezzava per l’insulto fatto al suo