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la dama della regina 89

seguirlo. Ma io la vidi piangere il giorno della partenza. Era un triste giorno d’autunno; pioveva dirottamente. Sentii che era un cattivo augurio. Tutto il seguito borbottava contro l’Assemblea nazionale, contro i rivoluzionari. A Parigi io fui ancora felice, perchè quando si ama e si vive con la persona amata, si è felici dappertutto; ma presto cominciarono gli affanni, i terrori. Si parlava sempre di aggressioni notturne, di sommosse, di ammazzamenti. Ogni volta che mio marito doveva uscire di sera, io tremavo. Pur troppo, con ragione. Una sera, nell’agosto del novanta, mi disse che doveva andare al Lussemburgo: il re lo mandava da Monsieur. Monsleur era il titolo che spettava allora al conte di Provenza, ora nostro re Luigi XVIII. Mio marito recava al principe una importante ambasciata. Mi si sciolse il cuore a quell’annuncio, e le lagrime mi gonfiarono gli occhi. Egli cercò di tranquillarmi, mi assicurò che avrebbe preso con sè due staffieri armati. Sarebbe tornato presto... Ah! non l’ho più visto vivo! Me lo portarono agonizzante. Mi guardò.. oh! non dimenticherò mai quello sguardo! io lo coprii di baci. Egli pure mi baciò; poi fece un gran sospiro, gli si chiusero gli occhi... era morto!... Una banda di malfattori li avevano assaliti all’uscita dal Lussemburgo.. forse riconoscendoli