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i - rime d'amore | 129 |
CCXXXIX
«Me nutre il foco...».
Dal mio vivace foco
nasce un effetto raro,
che non ha forse in altra donna paro:
che, quando allenta un poco,
egli par che m’incresca,
sí chiaro è chi l’accende e dolce l’ésca.
E, dove per costume
par che ’l foco consume,
me nutre il foco e consuma il pensare
che ’l foco abbia a mancare.
CCXL
Trascurata da lui, ne muore.
Deh, perché soffri, Amor, che disiando
la mia vivace fede
resti senza mercede,
anzi di vita e di me stessa in bando?
S’io amo ed ardo fuor d’ogni misura,
perché si prende a gioco
l’amor mio e ’l mio foco
chi mi vede morir e non ha cura?
Gli orsi, i leoni e le piú crude fère
move talor pietade
di chi con umiltade
nel maggior uopo suo mercé lor chiere;
e quella cruda voglia,
che vive di martíre,
allor suol piú gioire,
quand’avien ch’io piú sfaccia e piú m’addoglia.