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216 appendice


II

Allegoria: amore di donna instabile ed avara.

     In amoroso e florido giardino,
ove stavan le Grazie e i cari Amori,
mi parea di veder vari colori,
e al paradiso allor esser vicino,
     quando vidi io nel mezzo del camino
un serpe divorar i vaghi fiori
ed infettar i piú soavi odori:
non so s’era sua colpa o di destino.
     Fallace vision! temo del vero,
perché la fede, ch’è cotanto rara,
Paolo la perseguí, la negò Piero;
     sí ch’una donna instabile ed avara,
la qual non tenne mai dritto sentiero,
alfin non faccia la mia vita amara.


III

Per un fatto d’arme.

     Dunque un garzone un capitano invitto,
malvagia sorte, priverá d’onore,
di cui l’ardito ed animoso core
non si smarrí giamai, non pur fu vitto?
     Ma per sfogar l’acerbo, rio despitto,
movesti in ogni parte il tuo furore,
per soggiogar l’antico alto valore,
che di Francia fará l’imperio afflitto.
     Con tutto il tuo poter, perversa sorte,
la vittoria fu tanto sanguinosa,
ch’ebbe piú danno il vincitor che il vinto;
     ond’il gran cavallier, il guerrier forte
con la gente di Marte valorosa
fará ancor teco l’inimico estinto.