Pagina:Steno - La Veste d'Amianto.djvu/250

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l’oblio. Voi stesso siete la conferma di queste eccezioni. E perchè avevate l’anima di un amante che potete serbar fede eterna alle ceneri del vostro amore. La donna che si è spenta per voi è stata ben avventurata!

Noris trasalì a quelle parole pronunziate dalla Fabbri con una voce interiore piena di commozione.

Erano le stesse parole che Susanna gli aveva detto un giorno con la stessa voce alterata e triste.

Glielo disse:

— Anche voi!

Fu la volta di Minerva Fabbri di trasalire.

— Che volete dire?

— Un’altra fanciulla, un giorno, mi ha detto queste parole.

— Un’altra fanciulla? Un’ignota?

— Per voi. Per me, una morta.

— Una morta?

— Sì.

— Per voi anche quella?

Di nuovo la voce di Minerva Fabbri fischiò sferzante d’ironia. Pareva volesse dire, quella voce:

— Ma, caro mio, voi siete un flagello, non un uomo’!

Noris ne avvertì l’espressione ostile e aggressiva. E si compiacque di sferzarla, come lanciasse una sfida:

— Forse, — disse.

Una ruga si scavò tra gli occhi della fanciulla, sulla sua fronte.

— Ma il vostro passato — ella disse — è tutto un cimitero!

— Questo è un passato così recente che potrebbe essere un presente.

— Ah! — sibilò ancora, nemica, la voce, — non sospettavo che fra un record e una performance voi trovaste il tempo e il modo di filare un idillio.

— Chi vi dice che sia stato un idillio?

— Infatti: è stato un dramma, invece. Un